Come fare esperienza come traduttore

Il mestiere di traduttore è certamente affascinante e particolarmente bello per chi manifesta l’amore per le parole, chi ama leggere e chi conosce benissimo una lingua straniera, tanto bene quanto la sua! E’ un mestiere però difficile da inquadrare veramente a fondo perché è simile a quello dell’artigiano: ci vuole tanta pratica per saperlo fare sempre meglio, perché a tradurre si impara traducendo e affinando le tecniche man mano che si lavora. Ma il difficile di questo mondo è appunto fare pratica per diventare capaci traduttori nel senso che non esiste davvero un percorso formativo o un preciso titolo di studio per diventarlo: qui nasce spontanea la domanda, come fa un traduttore ad acquisire le competenze necessarie se non gli è data la possibilità di fare esperienza sul campo? Ovviamente le risposte ci sono, anche se sono tutte un po’ evasive e mai mirate ad una soluzione davvero concreta.

Vale più la pratica della grammatica?

La domanda è ovviamente provocatoria ma ha un suo perché. Un aspirante traduttore che vuole iniziare un’attività sente il bisogno di una guida alla quale fare riferimento per compiere i primi passi nel mondo dell’editoria. Esistono certamente dei corsi di traduzione oppure dei testi ai quali riferirci che illumineranno il nostro cammino nel complesso mondo delle traduzioni ma questo richiede ulteriore tempo da dedicare allo studio e poco al nostro mestiere. In ogni caso è consigliabile tradurre, tradurre e tradurre perché la pratica in questo settore è fondamentale così come lo è la grammatica … in fondo sono due parole imprescindibili per fare il traduttore!

Crescere traducendo

Mettersi all’opera e tradurre come dicevamo è l’unica cosa da fare: tenere aggiornate le nostre conoscenze in lingua straniera è molto consigliato, così come anche se possibile tradurre per qualcuno che possa leggere e correggere i nostri scritti. Questo è un ottimo modo per fare esperienza e capire gli eventuali errori commessi. Anche creare un gruppo con qualche collega potrebbe essere una buona cosa, così facendo ci si traduce e revisiona a vicenda, per comprendere appieno come lavorare. L’importante è rimanere sempre aderenti al mondo della traduzione, e farlo nei più svariati modi: contatti con altri traduttori, anche sulla rete, scambio di informazioni ed esperienze, da cosa nasce cosa si dice da sempre. Ci sono poi eventi editoriali che non vanno persi proprio perché ci possono aprire un ventaglio di possibilità nel mondo editoriale quali Le Giornate del Traduttore a Pisa, Le Giornate della Traduzione Letteraria ad Urbino e L’Autore Invisibile che si svolge all’interno del Salone del Libro di Torino.

La gavetta del traduttore può essere lunga e non facile, ma le soddisfazioni se si è bravi e capaci arriveranno. Si può diventare traduttori letterari o editoriali, si può scegliere di lavorare per una casa editrice, un sito internet o come liberi professionisti. Un’idea da non scartare è anche quella di mettersi in proprio come ha fatto Pierangelo Sassi che ha aperto un suo blog e lavora con successo nelle traduzioni.

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