La direttiva europea case green rappresenta un cambiamento fondamentale per il settore immobiliare europeo, approvata il 12 aprile con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo provvedimento mira a intervenire su un settore chiave come quello edilizio, responsabile del 36% delle emissioni di gas serra. Si prevede un impatto significativo sul modo in cui gli edifici pubblici e privati dovranno essere costruiti o ristrutturati nei prossimi anni.
Obiettivo di neutralità climatica entro il 2050
L’obiettivo primario della direttiva è ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, fino a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per farlo, tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030, mentre quelli pubblici dovranno rispettare la scadenza del 2028. Inoltre, almeno il 16% degli edifici pubblici più inefficienti dovrà essere ristrutturato entro il 2030 e il 26% entro il 2033. In parallelo, si mira a ridurre il consumo energetico negli edifici privati del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Interventi su edifici di classe F e G
La direttiva impone che gli edifici esistenti migliorino le proprie prestazioni energetiche, in particolare quelli classificati nelle classi F e G, che rappresentano le peggiori condizioni. Entro il 2030, questi dovranno raggiungere almeno la classe E e la classe D entro il 2033. In Italia, ciò implica interventi di ristrutturazione su almeno 1,8 milioni di edifici residenziali, considerati tra i più energivori.
Secondo le ultime notizie sul mondo dell’edilizia sul Blog Edilnet, nonostante gli incentivi e le diverse agevolazioni per l’acquisto di abitazioni, soltanto il 12% delle case in Italia può vantare un livello di efficienza energetica ottimale. Un dato sorprendente è che il 30% delle abitazioni possiede impianti di riscaldamento e serramenti isolanti con più di dieci anni di anzianità. Questa situazione desta preoccupazione, specialmente considerando l’importanza di un’abitazione energeticamente efficiente sia per l’ambiente sia per la riduzione dei costi energetici.
Gli interventi richiesti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici comprendono l’isolamento termico, la sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e, soprattutto, l’installazione di pannelli solari. Questo obbligo sarà introdotto progressivamente tra il 2026 e il 2030 per i nuovi edifici, mentre per quelli esistenti sarà implementato gradualmente a partire dal 2027.
Passaporti di ristrutturazione digitali
Uno strumento innovativo introdotto dalla direttiva è il passaporto di ristrutturazione digitale, un documento che guiderà le fasi degli interventi di miglioramento energetico. Ogni passaporto consentirà alle famiglie di identificare le azioni necessarie per rendere le loro case ecologiche entro il 2050. Le misure, suddivise in breve e lungo termine, saranno valutate da tecnici specializzati e inserite nel passaporto. Come riportato in questo articolo, i Paesi membri dell’Unione Europea dovranno adottare il passaporto entro due anni dall’approvazione della direttiva, decidendo se rilasciarlo insieme all’attestato di prestazione energetica (APE) o separatamente.
Questo documento fornirà alle famiglie le indicazioni necessarie per trasformare la propria abitazione in un ambiente ecologico. Grazie al passaporto di ristrutturazione, sarà possibile ottenere una visione completa dell’abitazione e individuare gli interventi necessari per renderla eco-sostenibile. Infine, il passaporto sarà archiviato nel registro digitale degli edifici.
Esclusioni per edifici storici, temporanei e di culto
Sono previste deroghe per alcune tipologie di edifici, come quelli storici, quelli temporanei o di culto, così come le case vacanza usate per periodi limitati dell’anno.
Abolizione degli incentivi per le caldaie a combustibili fossili
Per accelerare la transizione verso sistemi di riscaldamento più sostenibili, la direttiva prevede la fine degli incentivi per le caldaie a combustibili fossili entro il 2024 e il loro divieto totale entro il 2040. Le nuove disposizioni prevedono l’eliminazione completa delle caldaie a gas entro una certa data, con un graduale ridimensionamento degli incentivi fiscali per l’installazione di apparecchiature che utilizzano combustibili fossili. Gli incentivi saranno concessi solo per apparecchi con alimentazione a energia pulita o ibridi, combinando gas e pompa di calore.
Finanziamenti da PNRR, Fondo sociale per il clima e Fondi di coesione
Gli interventi richiesti saranno finanziati attraverso fondi europei già disponibili, come il PNRR, il Fondo sociale per il clima e i Fondi di coesione. Nuovi incentivi potrebbero essere destinati ai nuclei fragili per facilitare l’accesso ai prestiti.
Resistenza politica delle forze di maggioranza italiane
Nonostante gli obiettivi ambiziosi, la direttiva ha incontrato una significativa resistenza politica, in particolare dalle forze di maggioranza italiane, che ritengono il provvedimento troppo rigido sui tempi. L’obbligo di migliorare la classe energetica degli edifici, criticato per i tempi stretti e rigorosi, è stato contestato da Licia Ronzulli di Forza Italia, sottolineando il peso aggiuntivo per coloro che già hanno un mutuo.
Dopo il voto finale del Parlamento Ue, la direttiva “case green” sarà adottata anche dal Consiglio e entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Nel 2028 la Commissione di Bruxelles rivedrà la direttiva per eventuali modifiche. Tuttavia la normativa è stata comunque approvata, con emendamenti che la rendono più elastica e adattabile.
Conclusione
La direttiva case green rappresenta una sfida senza precedenti per il settore edilizio europeo. L’approccio graduale e flessibile consentirà a ciascun Stato membro di definire strategie personalizzate, adattandosi alle disponibilità di manodopera e alle esigenze economiche. La chiave del successo risiederà nella corretta implementazione nazionale e nella capacità dei governi di supportare i cittadini attraverso misure di incentivazione e informazione.