Il fenomeno graffiti: quando è arte e quando vandalismo

Basta passeggiare per la città per rendersi conto che le facciate degli edifici privati o pubblici, ma anche dei negozi e delle scuole, sono frequentemente presi di mira da veri e propri atti di vandalismo. Certo, è importante saper distinguere un muro imbrattato da uno con graffiti, che sono delle opere d’arte, tante che alcune arrivano a valere cifre inimmaginabili.

Però purtroppo è molto più facile che un muro venga imbrattato dai “tag”, cioè delle firme, oppure da dichiarazioni d’amore, frasi con poco senso o disegni di dubbio gusto.

Cosa sono i graffiti e i tre fenomeni che lo caratterizzano

Come scritto a questa pagina, il graffitismo nasce verso la fine degli anni ’90 nella città di New York, per espandersi poi un po’ alla volta nelle varie metropoli. Gli artisti anonimi iniziarono a riempire con i propri disegni quegli spazi abbandonati al degrado urbano, come le strutture lasciate al loro destino.

I graffiti iniziano così a nascere nei quartieri degradati dove vivevano neri e ispano-americani. Man a mano però il fenomeno si è trasformato in un’espressione artistica vera e propria.

Basti pensare oggi ai muri di New York, che vengono decorati con questi disegni che sono riusciti davvero a conquistare e alcune volte ispirare i turisti che arrivano dall’Europa.

Ciò non significa che in Europa i graffiti non si trovano, anzi. Parigi e Berlino per esempio sono tra le prime città ad avere graffiti nel Vecchio Continente (vedi i più belli europei), i quali arrivano grazie alla musica rap e hip-hop. Sin dall’inizio sono uno dei simboli principali della libertà espressiva ma anche della voglia di trasgredire.

Il graffitismo è senza dubbio un fenomeno che si è espanso in tutto il mondo. Dopo oltre 60 anni continua a essere attuale e complesso, con tutta la sua fitta rete di scambi ma anche di contaminazioni che sono avvenute a livello internazionale.

Fenomeno come atto vandalico

Il fenomeno del graffitismo come atto vandalico oggi è molto più semplice da riconoscere perché ci sono differenze ben definite rispetto al fenomeno di natura artistica. Prima di tutto i murales sono atti di vandalismo nel momento in cui vengono realizzati su mezzi pubblici, edifici pubblici e privati, spesso anche di interesse storico.

Non si può certo parlare di arte quando i graffiti danneggiano gravemente il patrimonio urbanistico, artistico e storico di una città. A questo punto è importante intervenire per la loro rimozione. Alcune vernici possono essere eliminate completamente con un semplice panno, solvente e carta vetrata.

Altre però hanno una base di acido e questo impedisce una pratica rimozione e nel lungo periodo possono anche corrodere i muri. In questi casi, se sei stato vittima di vandalismo e l’edificio, la casa o il negozio sono di tua proprietà, l’unica cosa che puoi fare è rivolgerti a un’impresa come CSA pulizia, che si occuperà di rimuovere le scritte.

Fenomeno del vandalismo come aspetto sociale

Quando si parla di graffiti però bisogna cercare di comprenderne bene anche tutto l’aspetto sociale che fa da sfondo. Basti pensare un momento a quando, alla fine degli anni ’60, nei ghetti dell’America veniva usato il graffitismo per poter soddisfare una determinata esigenza espressiva. Questo fenomeno ha rappresentato per i giovani un modo di comunicare e di far valere i propri diritti, in un’epoca in cui nessuno era disposto ad ascoltarli.

Verso gli anni ottanta si ritrovano i graffiti nella cultura rap e hip hop e i graffiti diventano un vero sinonimo di espressione e trasgressione. Vengono usati per esprimere opinioni politiche, per denunciare o semplicemente per dimostrare un malcontento sociale. Oggi invece i giovani si avvicinano al mondo dei graffiti soprattutto per ottenere visibilità in una certa parte della comunità, è visto come un modo per integrarsi.

Il fenomeno dei graffiti come arte

Eppure non dimentichiamoci che i graffiti rappresentano da un po’ di tempo a questa parte anche un importante fenomeno artistico. Non sono pochi gli artisti che lavorano in questo campo e realizzano opere dal grandissimo valore e di grande bellezza (ecco i 10 più belli), non a caso hanno raggiunto una fama mondiale. Direttori di musei e gallerie li contattano per esporre le proprie opere, in quanto sono visti icone importanti della società contemporanea.

Giusto per fare un nome, si può citare Keith Haring, considerato il re dei graffiti a partire dagli anni ottanta. Fu lui a dare una definizione di questo fenomeno ed è riuscito in questo modo a ispirare molte altre persone che come lui si dedicavano a questa arte. “L’arte deve essere qualcosa che libera l’anima, che provoca l’immaginazione e incoraggia le persone ad andare lontano con la fantasia”. E’ vero che le origini di questa forma artistica vanno ricondotte all’illegalità, però la società poco a poco lo ha fatto suo, utilizzandolo anche come modo per fare soldi.

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