I Paesi dell’Unione europea, con la Direttiva 2008/98CE hanno intrapreso la direzione di diminuire o evitare quando possibile la produzione di rifiuti e nei casi in cui fosse impossibile evitarla, perlomeno di riutilizzare i rifiuti come risorsa.
Nella maggiorparte dei casi il processo produttivo porta alla creazione di sfridi oppure di scarti. Si tratta di una questione da non sottovalutare, perché significa che parte (nel caso di sfridi) o tutto (se scarti) il materiale acquistato non viene utilizzato nel processo produttivo. Diventa di fatto un vero e proprio spreco, ed è importante agire per limitarlo, sia per questioni economiche, sia per garantire la massima sostenibilità alla nostra impresa.
In questo articolo abbiamo deciso di approfondire il tema, portando alla vostra attenzione le principali caratteristiche degli sfridi di produzione.
Sfridi o scarti?
Iniziamo dal definire nel dettaglio cosa è uno sfrido e cosa invece è uno scarto. Uno sfrido è il materiale che resta escluso dal prodotto finito, dopo aver subito il processo di lavorazione. Quando andiamo a costruire un oggetto finiamo per tagliare e limare via parti della materia prima, che diventano così degli sfridi di produzione. Gli scarti invece sono quei prodotti che per dei difetti non possono essere immessi sul mercato, per cui tutto il materiale che abbiamo utilizzato per la loro produzione risulta sprecato.
Cosa possiamo fare per ridurre la quantità di sfridi e di scarti? Per quanto riguarda gli sfridi è importante rendere il più possibile efficiente il processo produttivo. Ad esempio con l’automazione industriale possiamo migliorare il processo produttivo che vuol dire anche dimonuire la quantità di materiale inutilizzato. Per quanto riguarda invece gli scarti è importante migliorare la qualità della produzione, così da limitare il numero di prodotti difettosi.
Occhio ai calcoli
Per effettuare un buon processo produttivo è fondamentale sapere quale percentuale di sfridi otteniamo per ogni singolo prodotto. Attraverso questo calcolo è possibile rendere più efficienti i nostri ordini di materie prime. Ciò vale sia per le quantità in eccesso che per quelle in difetto.
Ad esempio se acquistiamo la materia prima basandoci solo sul lavoro finito, non riusciremo a tener fede a quanto richiesto dagli ordini, perché non ne avremo abbastanza. Al tempo stesso acquistare una quantità superiore a quanto richiesto può tradursi in un vero e proprio spreco economico.
Un fattore da tenere in particolare considerazione è la gestione del magazzino. A livello logistico abbiamo bisogno di considerare non solo il materiale dei prodotti finali, ma anche tutta quella materia prima ridotta in sfridi. Lavorando con precisione riusciremo a mantenere costante il rapporto tra giacenze reali e quelle contabili, senza creare un dislivello tra le due.
L’importanza del riciclo
Riciclare e riutilizzare sono le due parole d’ordine da tenere in considerazione per limitare lo spreco di materie prime. Oggi esistono molti sistemi che ci permettono, a seconda del materiale, di riciclare efficientemente gli sfridi. Soprattutto nel caso della gomma naturale sono stati raggiunti ottimi livelli, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
Come si può fare del riciclo? Molto dipende dalla materia prima utilizzata, ma in generale è importante individuare quali aziende possono offrirci servizi di questo genere. Con il riciclo possiamo recuperare utile materia prima, da utilizzare per produrre nuovi prodotti, o da vendere ad altre aziende che ne hanno bisogno.
In questo modo ridurremo la quantità di materia prima da estrarre da altre fonti. Inoltre è fondamentale che il processo di riciclo sia sostenibile, garantendoci una produzione il più possibile eco-friendly. Inutile riciclare del materiale di scarto se tale procedura finisce per farci inquinare di più.
Recupero e rigenerazione della gomma
Come abbiamo detto nel precedente paragrafo, la gomma naturale è tra i materiali che più si prestano per una operazione di recupero e riciclo. Ciò è possibile grazie alle particolari caratteristiche della gomma, che risulta elastica e malleabile, adatta ad un gran numero di oggetti, non solo gli pneumatici. In Italia negli ultimi anni è nata una fiorente startup, ReUse (sito reuse.green), che ha sviluppato una tecnologia all’avanguardia, in grado di permettere una rigenerazione totale della gomma naturale.
Nello specifico l’azienda recupera gli sfridi, e inizia un processo di lavorazione molto avanzato, che si basa sul concetto di devulcanizzazione. Questo procedimento permette di separare la gomma naturale dallo zolfo usato nel processo di vulcanizzazione, riportandola così al suo stato originale.
Il materiale non subisce alcun calo di qualità, e può essere riutilizzato per oggetti dello stesso valore di quelli appena riciclati. Tutto ciò porta a numerosi vantaggi, sia dal punto di vista della sostenibilità, sia per quanto riguarda il risparmio economico.
Come già detto la qualità della materia prima non subisce alcun calo, ed è adatta a qualsiasi tipo di uso. Ciò significa che possiamo ridurre sensibilmente la quantità di gomma naturale di cui abbiamo bisogno, evitando di estrarla dalle piante di lattice, anche perché, come scrive questo articolo su ilpost.it, la stiamo finendo, tanto che serve trovare delle alternative.
Inoltre ottenere del materiale riciclato costa molto meno di una estrazione da zero, rendendo questo materiale vantaggioso anche nei confronti di alternative sintetiche, prodotte a partire dal petrolio. Infine il riciclo ci permette di non ammassare questi prodotti all’interno delle discariche, liberando più spazio e lasciandolo a disposizione di quei rifiuti che ad oggi non sono ancora riciclabili.